Lo stress è stato analizzato a partire dagli anni ’30, inteso inizialmente come una semplice risposta a ogni tipo richiesta registrata dall’organismo: con il progredire degli studi, questa definizione è andata via via ampliandosi, includendo infine il rapporto con l’ambiente e le richieste che possono avere effetti negativi sul benessere individuale.
Lo stress da lavoro correlato indica proprio la condizione di disturbo fisico, psicologico e sociale che può caratterizzare ogni tipo di lavoratore, in ogni settore, a ogni livello: tutte le professionalità comportano, infatti, aspettative e responsabilità. Il senso di inadeguatezza, la sensazione di non riuscire a corrispondere alle aspettative degli altri possono creare le condizioni per l’insorgere di una serie di risposte “d’allarme” che vanno dal semplice mal di testa, alla vera e propria apatia sul lavoro e nella vita quotidiana.
Le cause dello stress sono tante, così come diverse sono le reazioni che può avere ogni individuo: alcuni potrebbero affrontare un momento di crisi, breve e semplice da superare, altri – invece – potrebbero arrivare al così detto “burn out”, una condizione fisica e psicologica molto complessa, su cui sarebbe necessario intervenire immediatamente.
Vediamo insieme le caratteristiche del Burn Out.
Burn Out: disillusione e apatia
Il Burn Out è uno stato di esaurimento emotivo che può insorgere per diverse ragioni: il sovraccarico è sicuramente una delle cause più comuni, ma sono incluse anche la sensazione di impotenza, cioè la convinzione di fare un lavoro inutile, la mancanza di controllo sulle proprie risorse e i propri compiti, la sensazione di non essere apprezzati, ma – piuttosto – di venire costantemente sfruttati, la perdita del senso di comunità e contatto con i propri colleghi, l’insorgere di contrasti fra i valori personali e i valori aziendali.
In poche parole, ci si sente usati, abbandonati e incapaci di gestire il proprio lavoro correttamente.
Le fasi del Burn Out sono, quindi, quattro: si va da un iniziale stato di gioia ed euforia, derivante dall’inizio di un nuovo lavoro e dalla presenza di tanti ideali e molte aspettative, si passa alla disillusione, cioè al riconoscimento della distanza fra la realtà e il modo in cui noi avevamo immaginato lo svolgersi della nostra professione, si arriva alla frustrazione, con crescenti episodi di fuga dal lavoro e atteggiamenti via via sempre più aggressivi, e – infine – si giunge all’apatia verso la propria attività (con un vistoso calo qualitativo) e, in generale, verso la vita.
Le conseguenze di questi episodi sono devastanti a livello fisico e psicologico: i soggetti interessati, infatti, subiscono una sorta di depersonalizzazione, assumono comportamenti negativi verso i clienti, i colleghi, il lavoro, se stessi e la propria esistenza, si sentono privi di soddisfazione e – con un progressivo peggioramento della salute (importante è il verificarsi di fenomeni di insonnia) – potrebbero essere portati ad assumere alcool e droghe. Dal punto di vista professionale, un dipendente in Burn Out tenderà a interessarsi sempre meno delle proprie mansioni, lavorando poco e male e aumentando esponenzialmente le assenze. Nei peggiori dei casi, si potrebbero manifestare anche tendenze suicide.
Stress da lavoro correlato: cosa fare?
Naturalmente, questa condizione – in alcuni casi gravissima – va prevenuta: dirigenti e imprenditori dovrebbero, infatti, salvaguardare la salute dei propri dipendenti (e anche la propria!), prevedendo momenti di incontro e condivisione, considerando ogni individuo e ascoltando dubbi, richieste, perplessità.
Un lavoro non facile, che – però – ha il merito di mantenere una maggiore serenità sul luogo di lavoro, creando contemporaneamente anche un senso forte di comunità.
Dal punto di vista formativo, molti centri specializzati in tutta Italia offrono corsi per la sicurezza sul lavoro, riguardanti – per esempio – i metodi di comunicazione, l’ergonomia (quindi la qualità pratica del luogo di lavoro) e anche i rischi che possono essere connessi specificatamente a tipi particolari di mansioni (ad esempio, lavori notturni).
Ogni percorso mette in luce le diverse caratteristiche di ogni professionalità, dando modo di riconoscere gli elementi fondamentale per una buona e proficua convivenza e tutti i campanelli d’allarme da tenere in considerazione quando un collega o un dipendente comincia a manifestare sintomi di insoddisfazione.
Lo stress da lavoro correlato non è uno scherzo, non va sottovalutato, ma – piuttosto – analizzato nel modo e nei tempi corretti: meglio fare sempre riferimento a dei professionisti, per mantenere la salute e la felicità al primo posto!